Perché Gianni Celati? Ci chiedevamo undici anni fa al momento di pubblicare un volume di “Riga” a lui dedicato. Ci rispondevamo: perché è uno dei maggiori narratori italiani viventi. Da allora l’affermazione ha trovato ulteriori riscontri. L’uscita del volume della collana Meridiani di Mondadori, dedicato alla sua attività di scrittore (Romanzi, cronache e racconti), di una serie di suoi libri presso l’editore Quodlibet e la traduzione dell’Ulisse di Joyce presso Einaudi hanno confermato l’importanza di Gianni Celati nel paesaggio letterario e culturale italiano. Per queste ragioni abbiamo deciso di ristampare questo numero di “Riga” da tempo esaurito e ricercato da studiosi, ricercatori e semplici lettori. Come è accaduto in altre occasioni, a partire dal primo numero della collana dedicato ad Alberto Giacometti, non si tratta di una semplice ristampa, ma di un rifacimento vero e proprio del precedente volume. Sono circa 200 pagine in più, risultato di ricerche ulteriori sul suo lavoro, dell’emersione di scritti dispersi, saggi e recensioni uscite nel frattempo, così da completare il quadro della sua ricezione e interpretazione nella cultura italiana. Abbiamo deciso di non ristampare alcuni testi che sono poi stati, nel frattempo, inclusi in nuovi volumi, come le pagine della riscrittura di Comiche, il suo primo libro del 1971, ora incluse in un libro Quodlibet, così come le interviste che usciranno in un libro di sue conversazioni e interviste di prossima pubblicazione. Abbiamo sostituito quelle conversazioni con altre disperse, alcune delle quali tratte da nastri radiofonici, di cui diamo qui la trascrizione. I testi di Celati coprono un arco di tempo che va dal 1970 al 2008, ovvero gran parte della sua attività di scrittore e saggista. Qui ci preme sottolineare la stretta connessione che esiste tra l’attività narrativa e quella che possiamo definire “teorica”, un rapporto importante tra l’attività dello scrittore e quella del saggista, tra il novelliere e il critico letterario. Un nesso che solo una raccolta completa delle sue opere saggistiche potrà mettere in giusta luce. Si tratta di un aspetto importante nella letteratura italiana del Novecento. Come Calvino, Manganelli, Sciascia e pochi altri, Celati è uno scrittore e insieme un saggista, un autore che riflette sul proprio lavoro fornendo non solo chiavi di lettura, ma anche i movimenti interni del narratore, oltre ad essere un acuto interprete di tanta letteratura e pensiero filosofico. Si parte da un testo dedicato a Gilles Deleuze, un consiglio di traduzione inviato a Giulio Einaudi, suo editore, e dal capitolo di Finzioni occidentali, successivamente omesso, sulla letteratura americana del 1975. I suoi scritti saggistici e critici qui raccolti attraversano quel decennio e il successivo focalizzando progressivamente i temi dello spazio, della narrazione, dello stile, che segneranno l’uscita negli anni Ottanta dei suoi libri più noti: Narratori delle pianure, Verso la foce e Quattro novelle sulle apparenze. Il Taccuino siciliano inedito, qui presentato da Valentina Pagnoni e Nunzia Palmieri, è uno dei testi di snodo del passaggio dagli anni Settanta agli Ottanta, accompagnato da altri due esempi di descrizioni narrative del paesaggio e dei luoghi già presenti nel precedente volume. La traduzione ha svolto un ruolo importante nel cambio di passo di Celati; qui c’è un breve esempio di una dispensa universitaria dedicata allo stile narrativo degli scrittori angloamericani per le sue lezioni al Dams di Bologna tra il 1983 e il 1984, accompagnato da un saggio di Franco Nasi che mostra in modo efficace l’importanza della traduzione nello scrittore ferrarese. Pubblichiamo anche alcuni appunti di traduzione di Joyce apparsi sul supplemento culturale “il Domenicale” del quotidiano “il Sole-24 ore”. Nella sezione che a suo tempo Celati stesso aveva voluto intitolare Magazzini d’arte e di scarti, abbiamo incluso alcuni testi sullo spazio e la narrazione, oltre a testi dedicati ad autori per lui di riferimento come Leopardi o alla figura di Alice nella letteratura e nel cinema; il cinema stesso risulta un aspetto importante della sua attività, qui presente con alcuni suoi scritti e saggi di lettura della sua opera nella sezione dedicata alla critica. Negli Articoli e recensioni abbiamo ampliato la selezione dei pezzi dedicati alle sue pubblicazioni dal 1971 a oggi, così da fornire un panorama ampio della ricezione e interpretazione del suo lavoro di narratore, traduttore, poeta e cineasta. Si sono aggiunti nella sezione Saggi un testo di Elio Grazioli sul rapporto tra Celati e Ghirri e uno di Alessandro Borsa sulla rilettura dei Fratelli Marx che riguarda un periodo importante dell’opera di Celati. Per chiudere, abbiamo pensato di pubblicare un Album delle foto che Celati stesso aveva donato a Paola Lenarduzzi nel corso della pubblicazione del precedente volume di “Riga”, molte delle quali annotate da lui. Un percorso visivo e biografico di un autore che al visivo ha dedicato così tanta importanza.